L’itinerario ad anello n°4 (Tour des Villages) tocca Borney, Planaz, Farettaz, Pillaz, Thea, Chuchal e Bressé, alcuni dei più caratteristici villaggi per architettura e tradizioni.
La prima volta che arrivi a Fontainemore, il paese ti appare come un minuscolo borgo adagiato sulle sponde del Lys raccolto negli angusti spazi del capoluogo. In realtà il territorio comunale si estende per ben 31 chilometri quadrati compresi tra i 760 metri del capoluogo e i 2600 del Mont Mars, così quando alzi lo sguardo sulle montagne circostanti, inizi a scorgere i tanti piccoli villaggi e i borghi sparsi sui due versanti del Lys.
Il territorio di Fontainemore è stato nei secoli modellato dall’uomo che ne ha forgiato i versanti attraverso uno straordinario complesso di terrazzamenti, strappando faticosamente terra alla montagna per sopravvivere negli incantevoli centri abitati che ancora oggi esprimono tutta l’armonia del rapporto tra uomo e natura.
Cereali, patate, frutteti, castagneti e prati da sfascio si alternavano sostenuti dai muretti a secco, veri e propri capolavori di ingegneria dalle molteplici funzioni.
Informazioni utili
🥾 – Difficoltà E
🐶 – Pet Friendly
👨👩👧👦 – In famiglia
📅 – Maggio – Settembre
Ancora oggi, non solo giocano un ruolo fondamentale nella difesa del suolo, ma funzionano come un grande filtro, riducendo la pressione idrostatica delle acque che scorrono dalle pendici dei versanti. Su questi ripidi terrazzamenti un tempo si coltivavano cereali, frumento e segale: una volta raccolti e fatti essiccare nei granai in legno, i rascards, erano battuti, setacciati e portati al mulino per produrre bene primario come il pane.
I villaggi nel passato erano densamente abitati e lo dimostrano le grandi e vecchie abitazioni, faticosamente ma sapientemente costruite in pietra e legno, spesso una vicino all’altra quasi a proteggersi come nell’antico villaggio di Farettaz, il villaggio dei maçons, ad oggi pressoché disabitato.
Lassù la vita era dura perché non c’erano come ora strade carrozzabili né tantomeno i mezzi odierni quindi tutto doveva essere trasportato dal capoluogo sulle spalle o a dorso di mulo. Per questo motivo ogni villaggio era dotato di tutte le strutture necessarie: le fontane, i lavatoi, il forno, il mulino e talvolta anche la scuola. La prima scuola elementare in tutta la regione fu edificata proprio qui, grazie alla donazione di un muratore. Puoi approfondire l’esperienza dedicata in: “Il villaggio dei muratori“.
Non mancava la cappella: durante ogni sosta non si può non notare la presenza dell’edificio sacro per ogni villaggio. In tutto il territorio comunale se ne contano addirittura undici edificate nel periodo compreso tra il XVII e il XIX secolo per contrastare il pericolo della Riforma Protestante che portava le sue idee anche nelle valli di montagna.